
La zona più interessante per la viticoltura campana è la lussureggiante Irpinia, in provincia di Avellino, che esprime le tre eccellenze Fiano Di Avellino, Greco di Tufo e Taurasi.
Il Fiano di Avellino DOCG è un vino che in gioventù libera note di pera e di nocciola, ma dopo l’evoluzione libera splendidi accenti minerali, che si rispecchiano in una decisa sapidità. Dotato di buona struttura, chiude con un finale morbido e persistente, ed è perfetto con un risotto alle verdure e cipolla ramata di Montoro.
Un pò più immediato, Il Greco di Tufo DOCG è prodotto nel cuore dell’Irpinia – dove si trovano miniere di zolfo e cave di tufo – ed è proprio la mineralità sulfurea, insieme all’acidità il tratto più caratterizzante del Greco di Tufo. Un vitigno complicato da coltivare, dal grappolo compatto, buccia sottile e maturazione tardiva. La superfice iscritta alla DOCG è la più piccola tra le denominazioni irpine, un’area molto limitata ma estremamente vocata alla viticoltura, tanto da poter offrire un vino dalla tipicità ineguagliabile.
Il Taurasi DOCG è il vino di punta tra i rossi campani, che accompagna le lunghe notti invernali e riscalda il cuore. In questo vino, l’Aglianico esprime tutto il suo vigore e dopo un ’evoluzione, che nelle migliori espressioni può protrarsi fino a vent’anni, si caratterizza per un profumo ricco di sfumature di tabacco, cuoio e spezie dolci; l’assaggio, sempre potente, svela i toni più pacati perché il tannico si è lentamente levigato.
l valore dei vini irpini nasce, quindi, dall’impegno e dalla caparbietà di ogni viticoltore di adattarsi al territorio, di volgere a suo favore e a favore del prodotto le difficoltà offerte dal terreno. Con semplicità, e dando grande valore alle tradizioni e alla terra, i vignaioli hanno trasformato la regione irpina in uno dei centri più ricercati della viticoltura italiana.